Miele 2023

Sono un apicoltore amatoriale che produce e vende miele nella mia zona. Tuttavia, l’apicoltura non rappresenta l’attività principale per me e la mia famiglia.

La situazione quest’anno è estremamente critica

Fino ad oggi (inizio giugno 2023), non ho ancora ottenuto alcuna produzione di miele. Invece di raccoglierlo, ho dovuto nutrire le api con una quantità esagerata di zucchero. Senza questa nutrizione, le mie famiglie di api sarebbero morte di fame in questo momento. Non sto esagerando: la situazione è drammatica!

zucchero

Ai miei clienti: Non dovete pensare che lo zucchero che do alle api per nutrirle finisca nel miele. Le api consumano completamente lo zucchero. Quando rilevo l’arrivo di nettare proveniente dai fiori, smetto immediatamente di nutrire le api. Inoltre, desidero sottolineare che il miele destinato al consumo umano viene raccolto dai melari.

La raccolta del nettare per sopravvivere e per produrre miele

Durante la notte, le api non escono per volare. Quando fa freddo, i fiori non emettono nettare, quindi le api non escono. Quando piove, la fotosintesi non avviene abbondantemente, il che significa che le piante non producono zuccheri e i fiori non emettono nettare (che contiene zuccheri). Quando i fiori sono bagnati o durante le piogge, le api non escono dall’alveare. A causa delle loro dimensioni ridotte, volare con vento forte diventa difficile e richiede molta energia. Le api non riescono a percepire bene l’odore dei fiori durante venti forti, e i fiori si muovono rapidamente, rendendo difficile per le api atterrare e volare.

Quando le api non escono dall’alveare, continuano comunque a nutrirsi dalle loro riserve di miele e polline. Durante la primavera, ci sono molte bocche da sfamare all’interno dell’alveare. Quando le riserve si esauriscono, le famiglie di api rischiano di morire.

Il supermercato ha sempre ‘miele’

La maggior parte delle persone che non è coinvolta nell’apicoltura non è consapevole della situazione critica che gli apicoltori e le loro famiglie di api stanno affrontando. Mi chiedo spesso come mai che c’è sempre miele italiano disponibile nei supermercati? Non so come riescano a garantirne la costante presenza. Con il mio prodotto locale, non posso garantire una disponibilità costante di miele. È impossibile prevedere la disponibilità in questi tempi. La produzione del miele dipende strettamente dalle condizioni climatiche sempre più imprevedibili.

Il motivo perché le api non stanno facendo miele?

Durante quest’anno (2023), a fine gennaio inizio febbraio è stato caratterizzato da temperature insolitamente calde, mentre aprile è stato freddo. Il mese di maggio è stato continuamente piovoso e anche all’inizio di giugno siamo ancora alle prese con piogge frequenti ogni pomeriggio.

Nutrire per non far morire le api

Ho dovuto nutrire le api con grandi quantità di sciroppi e candito per evitare che morissero di fame, poiché sono state prive di scorte per diversi mesi. È stato un costante sforzo di salvataggio, soprattutto nelle giornate piovose di maggio. Quello che ho dato da mangiare è stato consumato immediatamente. Sono stato costretto tante volte ad andare sotto la pioggia per riempire i dispositivi di alimentazione di ogni famiglia di api per tanti giorni. È importante considerare che il prezzo dello zucchero è salito da 0,80€ a 1,50€ al chilo. Io ho solo 20 famiglie di api da sfamare, ma ci sono apicoltori che ne hanno centinaia. Posso solo immaginare la loro disperazione. Voglio anche dire che lo zucchero da barbabietola non è il cibo perfetto per le api. Il miele e il polline è il cibo naturale per le api.

Per me la produzione del miele 2023 è inesistente finora.

Purtroppo, la produzione di miele è fortemente influenzata dai fattori climatici, che sembrano essere sempre più estremi e incontrollabili. Caldo, freddo, pioggia, siccità e le piante vanno in stato di sopravvivenza e non rilasciano nettare nei fiori per attirare le api per favorire l’impollinazione.

La situazione di altri apicoltori

Molto apicoltori stanno affrontando una situazione simile. Ho sentito dire che in tutte le regioni d’Italia, dal nord al sud, molti apicoltori stanno affrontando le stesse difficoltà. Sebbene ci siano alcune zone che hanno beneficiato di fioriture particolari che hanno temporaneamente migliorato la situazione, in generale la situazione è molto difficile per molti apicoltori e le loro famiglie di api. Mi chiedo quanti apicoltori in questo momento si stiano chiedendo se valga la pena continuare con l’apicoltura o se sia meglio mantenere solo 2-3 arnie per passione.

Impatti dei cambiamenti climatici sull’apicoltura

Le variazioni nelle condizioni meteorologiche, causate dai cambiamenti climatici hanno spesso una influenza negativa sulla salute delle api e sulla quantità di miele prodotto.

Le temperature anomale durante l’inverno e la primavera possono influire sul ciclo di vita delle api. Ad esempio, temperature più calde del normale possono portare a un precoce sviluppo della covata (uova larve e bozzoli), mentre il freddo eccessivo può rallentare l’attività delle api. Queste fluttuazioni nella temperatura possono compromettere la sincronizzazione tra l’emergere delle api adulte, pronte per bottinare, e la fioritura effettiva delle piante.

Inoltre, gli eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici, come ondate di calore, siccità o precipitazioni abbondanti, possono influenzare la disponibilità di fioriture e di nettare. La siccità prolungata può ridurre la quantità di nettare prodotto dalle piante, limitando così la fonte di cibo per le api. Allo stesso modo, le precipitazioni intense possono rendere difficoltoso per le api uscire dagli alveari per raccogliere nettare e polline.

La gestione dell’apicoltura in un contesto di cambiamenti climatici rappresenta una sfida per gli apicoltori. Devono adottare strategie di adattamento per affrontare le variazioni stagionali e garantire la sopravvivenza delle loro colonie. Ciò può includere la fornitura di alimentazione supplementare alle api durante periodi di carenza di fioriture, l’adozione di pratiche di gestione che favoriscono la resilienza delle api e la diversificazione delle fonti di reddito apistico.