L’importante ruolo dei fuchi nell’alveare
Un lungo articolo sul ruolo sottovalutato dei fuchi nell'alveare e le recenti ricerche che dimostrano l'effetto buffer dei fuchi contro gli effetti della varroa. Leggi di più →
Marc
Il corredo faunistico dell’area della valle del rio Tassaro è assai variegato: la molteplicità degli habitat che presenti in zona, creano infatti le condizioni favorevoli alla sopravvivenza di una grande varietà di forme animali. Il territorio della val Tassaro comprende numerose specie di mammiferi, rettili, uccelli e anfibi.
La fauna risente tuttavia della secolare attività di persecuzione condotta dall’uomo a farne le spese sono i grandi mammiferi come orsi cervi e lupi. Sopravvivono le specie di dimensioni minori, che hanno saputo sfruttare al meglio le asperità dei luoghi; gli unici mammiferi di medie dimensioni che popolano attualmente tutta la valle sono il cinghiale, il daino, il capriolo e qualche cervo. Da pochi anni e tornato a ripopolare il territorio anche il lupo appenninico assieme all’istrice.
Nei boschi sono frequenti caprioli e daini, che vivono in piccoli branchi, all’interno delle radure o a margine dei coltivi prossimi ai centri abitati.
I carnivori sono rappresentati da volpi, tassi, faine, donnole e martore; la volpe predilige località più accidentate, nelle quali si rifugia predisponendo lunghe tane che conducono a diverse uscite; e accanitamente cacciata a causa dei danni che provoca alla selvaggina. La martora è invece piuttosto rara, mentre la faina si spinge ormai all’interno dei caseggiati rurali, alla ricerca di animali da cortile. Egualmente comune è anche la donnola, piccolo carnivoro, attivo sia di giorno che di notte. Il tasso era un tempo assai più comune: ha abitudini notturne e rifugge da località intensamente coltivate. Questi carnivori si nutrono abitualmente di roditori, rappresentati da scoiattoli, ghiri, arvicole e topi quercini.
Lo scoiattolo è particolarmente frequente nei boschi dell’intera valle, ove è solito realizzare caratteristici nidi sferoidali costituiti da rami secchi incastrati in prossimità delle biforcazioni dei rami. I lagomorfi sono rappresentati soltanto dalla lepre, il cui ceppo genetico risente notevolmente dei ripopolamenti effettuati a scopo venatorio. Il ghiro e il moscardino, di abitudini crepuscolari e notturne, prediligono i boschi di latifoglie, realizzando nidi sferoidali sospesi, facilmente confondibili con quelli di gazze e cornacchie.
I mammiferi insettivori annoverano la talpa e il riccio, entrambi vittime frequenti del traffico automobilistico e delle profonde arature meccaniche. I pipistrelli sono in forte rarefazione: tra le specie più comuni si segnala il Ferro di Cavallo maggiore, il Vespertilio maggiore ed il pipistrello nano. Alcune di queste specie svernano all’interno di anfratti naturali, altri ancora si riuniscono in colonie all’interno di caseggiati abbandonati. Sono soliti volare durante tutta la notte, sfarfaleggiando a breve distanza da terra o, a seconda della specie, a quote superiori.