L’importante ruolo dei fuchi nell’alveare
Un lungo articolo sul ruolo sottovalutato dei fuchi nell'alveare e le recenti ricerche che dimostrano l'effetto buffer dei fuchi contro gli effetti della varroa. Leggi di più →
Marc
Alcune spiegazioni che riguardano l’ecologia della Zona Speciale di Conservazione (ZSC), del Sito di importanza comunitaria (SIC) del Rio Tassaro.
Il territorio della val Tassaro rientra nella cosiddetta “fascia del querceto sub-montano”; la vegetazione varia tuttavia notevolmente in relazione ai diversi tipi di suolo ed alla esposizione del versante, determinando di volta in volta il prevalere di alcune specie a discapito di altre.
Nei versanti collinari più freschi rivolti a settentrione e in presenza di terreni calcarei con buona disponibilità idrica, è infatti presente il Carpeneto costituito da compagini quasi pure di Carpino nero (Ostrya carpinifolia); più spesso invece il bosco e costituito da una tipica associazione di piante arboree in cui, accanto alle querce dominanti (rovere, cerro, roverella) sono presenti il Carpino nero, l’Acero campestre, il Frassino maggiore, l’Olmo campestre, l’Acero montano, il Ciliegio selvatico e l’Orniello.
In fondovalle è presente un microclima più fresco, essendo più in ombra e con elevata umidità. In questo ambiente particolare c’è un sottobosco ben sviluppato. (Il sottobosco è quella parte dell’ambiente boschivo che si sviluppa all’ombra degli alberi ad alto fusto in situazione di scarsa illuminazione ed elevata umidità.) In queste zone fresche, dove i boschi non sono ripidi o rocciosi, l’accumulo del humus e elevato e crea l’habitat ideale per molte specie di animali, microorganismi, muschi, eccetera.
In corrispondenza invece delle posizioni più assolate, su terreni aridi e rivolti a sud, il querceto assume uno spiccato carattere xerofilo, con dominanza di Roverella associata a Orniello e Ginepro comune.
Nelle zone più ricche d’acqua e nei fondovalle torrentizi, sono presenti specie idrofile rappresentate prevalentemente da Pioppo nero, Salice bianco, Ontano nero, Pioppo bianco e Pioppo tremulo, mentre nelle località più elevate compaiono elevate distese di castagneti, spesso costituiti da alberature plurisecolari di grande circonferenza alla base.
Il castagno, introdotto da tempo quale pianta alimentare, dà origine alle uniche formazioni forestali aventi caratteristiche di bosco ad alto fusto: i restanti boschi presenti nel territorio hanno carattere ceduo, essendo stati utilizzati da secoli per la produzione di legna da ardere.
Il territorio della val Tassaro è inoltre compreso all’interno dell’estremo limite meridionale di diffusione del Pino silvestre, qui presente sotto forma di nuclei arborei dispersi all’interno dei boschi a latifoglie o, benché meno frequente, di estese pinete pressoché pure.
I piccoli campi all’interno dei boschi o sui terrazzamenti dell’Appennino Reggiano spesso riflettono l’antica pratica agricola di utilizzare ogni possibile spazio disponibile per la coltivazione. Questi campi sono caratterizzati da terra generalmente povera, ma ospitano una varietà di erbe selvatiche, fiori e a volte orchidee che crescono spontaneamente.
Alcune caratteristiche di questi piccoli campi:
I muri a secco sono costruzioni realizzate senza l’uso di malta o cemento. Sono costituiti da pietre locali accuratamente impilate l’una sull’altra per formare una struttura solida. Questi muri servono a contenere il terreno e a creare terrazze agricole che possono essere utilizzate per la coltivazione. Questa tecnica è stata tramandata di generazione in generazione e rappresenta una forma di architettura tradizionale legata al paesaggio montuoso.