Zona Speciale di Conservazione: Ecosistemi, microclima e habitat nella valle del rio Tassaro

Marc

Alcune spiegazioni che riguardano l’ecologia della Zona Speciale di Conservazione (ZSC), del Sito di importanza comunitaria (SIC) del Rio Tassaro.

Alcuni termini:

  • Un ecosistema è una porzione di biosfera delimitata naturalmente, cioè l’insieme di organismi animali e vegetali che interagiscono tra loro e con l’ambiente che li circonda
  • Il termine microclima si riferisce al clima di una zona geografica locale in cui i parametri atmosferici medi differiscono in modo caratteristico e significativo da quelli delle zone circostanti a causa di peculiarità topografiche, orografiche, geomorfologiche e ambientali.
  • L’habitat è il luogo le cui caratteristiche fisiche o abiotiche, possono permettere ad una data specie di vivere e svilupparsi, garantendo qualità della vita, la quale può diminuire o aumentare in base a determinate condizioni.

Variazioni nella fascia del querceto sub-montano

Il territorio della val Tassaro rientra nella cosiddetta “fascia del querceto sub-montano”; la vegetazione varia tuttavia notevolmente in relazione ai diversi tipi di suolo ed alla esposizione del versante, determinando di volta in volta il prevalere di alcune specie a discapito di altre.

Boschi misti

Nei versanti collinari più freschi rivolti a settentrione e in presenza di terreni calcarei con buona disponibilità idrica, è infatti presente il Carpeneto costituito da compagini quasi pure di Carpino nero (Ostrya carpinifolia); più spesso invece il bosco e costituito da una tipica associazione di piante arboree in cui, accanto alle querce dominanti (rovere, cerro, roverella) sono presenti il Carpino nero, l’Acero campestre, il Frassino maggiore, l’Olmo campestre, l’Acero montano, il Ciliegio selvatico e l’Orniello.

Fondovalle vicino al rio Tassaro

In fondovalle è presente un microclima più fresco, essendo più in ombra e con elevata umidità. In questo ambiente particolare c’è un sottobosco ben sviluppato. (Il sottobosco è quella parte dell’ambiente boschivo che si sviluppa all’ombra degli alberi ad alto fusto in situazione di scarsa illuminazione ed elevata umidità.) In queste zone fresche, dove i boschi non sono ripidi o rocciosi, l’accumulo del humus e elevato e crea l’habitat ideale per molte specie di animali, microorganismi, muschi, eccetera.

Boschi di crinale verso sud

In corrispondenza invece delle posizioni più assolate, su terreni aridi e rivolti a sud, il querceto assume uno spiccato carattere xerofilo, con dominanza di Roverella associata a Orniello e Ginepro comune.

Castagneti

Nelle zone più ricche d’acqua e nei fondovalle torrentizi, sono presenti specie idrofile rappresentate prevalentemente da Pioppo nero, Salice bianco, Ontano nero, Pioppo bianco e Pioppo tremulo, mentre nelle località più elevate compaiono elevate distese di castagneti, spesso costituiti da alberature plurisecolari di grande circonferenza alla base.

Il castagno, introdotto da tempo quale pianta alimentare, dà origine alle uniche formazioni forestali aventi caratteristiche di bosco ad alto fusto: i restanti boschi presenti nel territorio hanno carattere ceduo, essendo stati utilizzati da secoli per la produzione di legna da ardere.

Pinete e Pino silvestre

Il territorio della val Tassaro è inoltre compreso all’interno dell’estremo limite meridionale di diffusione del Pino silvestre, qui presente sotto forma di nuclei arborei dispersi all’interno dei boschi a latifoglie o, benché meno frequente, di estese pinete pressoché pure.

Piccoli Campi

I piccoli campi all’interno dei boschi o sui terrazzamenti dell’Appennino Reggiano spesso riflettono l’antica pratica agricola di utilizzare ogni possibile spazio disponibile per la coltivazione. Questi campi sono caratterizzati da terra generalmente povera, ma ospitano una varietà di erbe selvatiche, fiori e a volte orchidee che crescono spontaneamente.

Alcune caratteristiche di questi piccoli campi:

  1. Terra povera: A causa delle difficoltà legate all’agricoltura in terreni montuosi, i contadini tradizionalmente hanno dovuto fare i conti con suoli poveri e rocciosi. Tuttavia, questa terra può essere sorprendentemente ricca di biodiversità, con una vasta gamma di piante selvatiche adattate a queste condizioni.
  2. Ecosistema naturale: Molti di questi campi sono stati abbandonati nel corso del tempo o vengono utilizzati solo occasionalmente per la raccolta del fieno destinato all’alimentazione del bestiame, come le mucche. L’abbandono di queste aree può portare alla creazione di veri e propri ecosistemi naturali, offrendo habitat per piante, insetti, uccelli e altri organismi.
  3. Flora spontanea: La natura spontanea di questi campi significa che molte varietà di erbe, fiori e orchidee autoctone possono prosperare. Queste aree possono diventare importanti habitat per la biodiversità locale, contribuendo alla conservazione di specie vegetali e animali tipiche dell’Appennino.
  4. Risorse per l’agricoltura tradizionale: Anche se non vengono coltivati intensivamente, questi piccoli campi possono ancora svolgere un ruolo importante nell’agricoltura tradizionale. Ad esempio, possono essere utilizzati per la raccolta del fieno, una pratica comune per alimentare il bestiame da lavoro o da latte.

Muri a secco

I muri a secco sono costruzioni realizzate senza l’uso di malta o cemento. Sono costituiti da pietre locali accuratamente impilate l’una sull’altra per formare una struttura solida. Questi muri servono a contenere il terreno e a creare terrazze agricole che possono essere utilizzate per la coltivazione. Questa tecnica è stata tramandata di generazione in generazione e rappresenta una forma di architettura tradizionale legata al paesaggio montuoso.