Castello di Crovara

Tatiana

Nel medioevo il castello di Crovara sorgeva sulla rocca che si vede adesso dietro la chiesa di Crovara.

La storia del castello in breve

Il castello dominava la Valle del Tassobbio ed era feudo della famiglia Da Palude e divenne famoso nelle cronache quando alcuni suoi membri tra XIII e XIV secolo vennero qui attaccati a più riprese dalle truppe dei comuni di Reggio e Parma. Il castello si conservò per buona parte in alzato fino all’Ottocento. Attualmente sono ancora visibili alcuni lacerti di muratura tra i quali i resti della cinta muraria e due ambienti voltati.

La nascita del castello di Crovara

Non ci sono dati sulla fondazione del castello di Crovara. Alcuni storici riconoscono in Crovara l’antico monte Cervario che nell’863 l’imperatore Lodovico II donó ai Supponidi e che nel 904 Berengario I passó in proprietà alla chiesa di Reggio. Ma il primo documento certo che parla di Crovara risale all’anno 1188. In quell’anno i consoli di Crovara giurano fedeltà al comune di Reggio. Colui che viene citato come domino nel documento è un certo Alberto Caro Da Palude che sembra essere il primo feudatario imperiale di Crovara.

Le vicende dei secoli XIII e XIV

Nelle cronache reggiane il castello di Crovara divenne noto nel XIII secolo quando fu scenario di alcuni importanti assedi e battaglie. Di seguito gli eventi meglio conosciuti suddivisi per anno:

  • 1267: Iacopo IV Da Palude occupò il castello di Bismantova. Reggio con l’aiuto di Parma riconquista i castelli di Bismantova e di Crovara dopo dei lunghi assedi.
  • 1271: Jacopino riprese Crovara. Il podestà di Reggio mosse contro Crovara con l’aiuto di Parma, Mantova e Castiglione di toscana. L’ assedio di due mesi si concluse con la resa di Jacopo Dalla Palude e il castello venne distrutto.
  • 1307: i Da Palude riprendono possesso del castello di Crovara e ne ricostruiscono le difese.
  • 1314: Jacopino Da Palude, che rubava il bestiame ai mercanti di passaggio, aveva esteso la sua influenza anche al monte Berghinzone. Reggio intervenne attaccandolo ma egli riuscì a fuggire a Crovara.
  • 1315: Reggio e Parma attaccano Jacopino che finì per arrendersi. Durante la tregua che seguì Jacopino fuggì  Ne seguirono delle condizioni di pace molto severe. Fu decretata la distruzione del castello di Crovara e di altri castelli dei signori della Palude (Berghinzone, Vetto, Gombio). Nel 1319 a Crovara viene comunque ricostruito il castello che poi tengono in feudo fino alla fine del XVIII secolo.

Crovara nel tardo medioeveo e in età moderna

Nei secoli seguenti Crovara viene menzionata piuttosto di rado. Nel suo castello tuttavia vengono siglati vari documenti e la fama dei Da Palude in quegli anni non li contraddistingue certo per onestà e cavalleria. Sono spesso dei taglieggiatori e dediti a vari soprusi anche nei confronti del parroco della stessa chiesa del borgo.

Per avere una idea dell’aspetto del castello antico affidiamoci alle parole del 1731 di Monsignor Cattellani:

“Presentemente la Croara é ancora Feudo dei Co. Pallú; e conserva la forma di castello all’antica su la medesima eminenza, con un’altissima torre ove sono orrende prigioni e trabocchelli e profondi operchi fabbricati con insidie, dentro cui precipitavano le persone; da un lato evvi una vasta abitazione o palazzo, dall’altro lato la Chiesa parrocchiale dedicata a S. Giorgio con rettoria e pozzo suddetto tutto in un medesimo piano sopra la detta collina; ma tutto altresì é disabitato, vedendovisi bene spesso non tanto di notte, quanto di giorno orridi spettri, per quanto si dice, o siano fantasmi e larve con strepiti spaventevoli; e lo stesso Parroco dimora giù del monte o Castello in distanza di circa 60 passi”.

In realtà dai registri parrocchiali di San Giorgio Martire di Crovara (anni 1699-1848) provengono dati che contrastano con la descrizione del Cattelani. Sembra infatti che nel ‘700 il castello sia ancora abitato e lo sia quantomeno fino al 1843 da parte di alcune famiglie di coloni che lavoravano i terreni circostanti a Crovara.

Lo stato attuale e l’inizio delle indagini archeologiche

Dell’antico castello oggi si conserva ben poco: molto venne distrutto nel corso del ‘700 e dell’800 quando i resti murari furono demoliti per ricavarne materiale da costruzione per gli edifici sottostanti. Tuttavia passeggiando nella sommità di questo luogo si possono vedere ancora alcuni vani con soffitto voltato e resti di poderose murature, il tutto in una atmosfera molto suggestiva. Recenti indagini archeologiche stanno portando alla luce il perimetro della antica fortezza.