Trattamento dei melari e i telaini del nido contro le tarme della cera

Marc

Un piccolo progetto ‘fai da te’ per l’apicoltore.

Ho costruito una cornice con un cassettino in lamiera per il trattamento dei telaini contro le tarme della cera.

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Per una gran parte dell’anno i melari rimangano nel deposito. Solo durante la bella stagione, quando c’è importazione di nettare dalle api, i melari sono sulle arnie. Normalmente il periodo con i melari in uso è da aprile/maggio fino a agosto/settembre.

La tarma della cera

Le api sono capaci di difendersi contro la tarma della cera. Le tarme non riescono a fare un gran danno quando le api sono presenti sui favi. Dopo aver smielato i melari o dopo aver tolto dei telaini dal nido, questi devono essere trattati, altrimenti le tarme, con il loro rapido sviluppo, distruggono completamente i favi.

Vecchio telaino da nido distrutto dalle tarme della cera
Vecchio telaino da nido distrutto dalle tarme della cera

Le tarme della cera preferiscono i telaini del nido che contengono i resti dei bozzoli delle api e del polline. Fanno più fatica a svilupparsi nella cera più pulita dei melari, ma riescono comunque a distruggere anche questi telaini se non sono stati trattati. Rosicchiano anche il legno del telaino.

I due tipi comuni di tarme della cera d’api

Esistono due tipi comuni di tarme che possono infestare la cera d’api: la Galleria mellonella e la Achroia grisella. Sono i bruchi di questi lepidotteri che sono fastidiose per l’apicoltore. Questo tipo di farfallina (da adulta) piace a nascondersi e ha un colore grigio marrone.

Galleria mellonella: Questo è il tipo più grande di tarme della cera. Le sue larve possono danneggiare profondamente i favi di cera d’api, facendo gallerie e mangiando la cera. Una ricerca ha evidenziato che gli enzimi presenti nella saliva delle larve della cera sono anche in grado di ossidare e degradare in poche ore il polietilene (PE), una delle materie plastiche più resistenti alla decomposizione. Mangiano e fanno buchi nei portasciami in polietilene.

Achroia grisella: Le sue larve sono molto più piccole e inizialmente possono essere più difficili da individuare rispetto a quelle della Galleria mellonella. Le larve di Achroia grisella possono comunque essere molto distruttive.

Trattamento bruciando dischi di zolfo

Prima di mettere definitivamente i melari (o i telaini da nido) nel magazzino, devono ricevere un trattamento contro le tarme. Io uso i dischi di zolfo. Queste sono le reazioni chimici:

S + O2 —> SO2
2 SO2 + O2 —> 2 SO3

Il gas (Ossido di Zolfo: SO2 e SO3) che viene emesso bruciando dello zolfo (S) è molto irritante per i nostri polmoni. È consigliabile di stare molto attento e di non respirare il gas e di allontanarsi.

Il gas SO3 si dissolve anche nei resti del miele nei melari e si forma l’anidride solforosa, un acido molto forte. Se si lascia una soluzione di anidride solforosa all’aperto, l’acidità diminuisce (e alla fine sparisce) a causa dell’evaporazione dell’anidride solforosa. Potrebbe essere che dopo i mesi di stoccaggio nel magazzino i melari hanno ancora un leggero odore di zolfo, in quel caso serve lasciare i melari all’aperto cosi sparisce l’odore prima di metterle sui alveari. Non si trovano più tracce di zolfo nel nuovo miele raccolto perché tutto il gas evapora dalla soluzione.

Cornice con cassettino auto-costruito

Ho costruito una cornice con un cassettino in lamiera per inserire velocemente un disco di zolfo acceso. Sopra la cornice metto un melario vuoto per creare più distanza dalla fiamma per non bruciare i telaini e per non scogliere la cera. Dopo metto una torre di melari sopra, chiudo con un coprifavo o apiscampo e accendo il disco di zolfo.

Mentre accendo il dico di zolfo trattengo il respiro e mi allontano subito. Dopo alcune ore il gas sparisce e le tarme sono tutte morte. L’ossido di solfo è più pesante dell’aria e se non ci sarebbe una fiamma rimarrebbe in basso, ma con il calore della fiamma si distribuisce in ogni angolo all’interno della torre dei melari. Se il disco si spenga prima di brucare completamente, si dovrebbe riaccendere di nuovo.

Un’alternativa

Si potrebbe anche usare un vecchio barattolo in metallo con un disco di zolfo appeso ad un chiodo (perforando il barattolo). Questo barattolo si potrebbe posizionare in un melario vuoto sopra la torre dei melari. Personalmente non riesco a trattenere cosi a lungo il fiato per accendere il disco, mettere il barattolo dentro, chiudere con il coprifavo ed allontanarmi. Devo dire che dischi di zolfo non si accendono cosi velocemente e respirare il gas è pericoloso.

Ripetere il trattamento

Si può ripetere il trattamento dopo 2 settimane per uccidere nuove tarme nate da uova già precedentemente presenti. Consiglio di trattare due volte i telaini da nido e di ripetere di nuovo in primavera se i telaini non vengono usati per allargare le famiglie. Consiglio comunque di tenere il più possibile i telaini da nido nel nido, fuori dal diaframma, durante l’inverno.

Altri metodi